dal timore alla forza interiore

Ognuno di noi è la somma di tante maschere che potremmo vedere come tante energie, alcune solo legate al carattere, altre le abbiamo ereditate alla nascita e le portiamo nel mondo per lealtà verso la nostra famiglia, altre ancora sono legate a vissuti ancestrali della nostra anima.

Le maschere non ci sono nemiche, anzi, più ne abbiamo e più spazio d’azione abbiamo, più esperienza di questo splendido mondo facciamo, ma allo stesso tempo, c’è un’altra faccia della medaglia, tutto è duale ciò che da una parte è risorsa dall’altra è limite, ed è perfetto così.

Queste maschere, che in realtà sono energie ci muovono e ci governano incidendo sul nostro destino, spesso nella nostra più totale inconsapevolezza, perché i movimenti che inducono sono per noi automatici e in antitesi con la nostra vera autenticità. Il problema non è avere le maschere, anzi, sono fondamentali, ma non vederle, agirle inconsapevolmente senza conoscerle, le maschere non vanno eliminate, ma integrate.

Siamo autentici quando manifestiamo la nostra anima, non tutto il resto del tempo che mettiamo in scena nel grande spettacolo della nostra vita i personaggi che in automatico abbiamo ereditato e costruito. 

20 anni fa, la ricerca tra i banchi di psicologia

Quando mi iscrissi circa 20 anni fa a psicologia cercavo questo, volevo conoscere l’anima, trovare l’autenticità e scoprire come darle spazio e luce. All’università trovai tanto altro, ma non questo, solo tanti anni dopo capii che quello che volevo scoprire io sull’anima non lo potevo trovare tra i libri di psicologia cognitiva che comunque ho amato, ma piuttosto tra quei testi che trattano la teosofia, l’ermetismo, l’antroposofia, la metafisica e altre correnti che non rientrano nel paradigma scientifico attuale, ma esplorano altri livelli dell’esistenza.

I percorsi che propongo

I percorsi di crescita personale, sono frutto di questi 20 anni di mia ricerca personale e mirano ad allargare lo spazio per l’anima, ad aumentare il suo spazio d’azione al fine di conquistare piccoli spazi di vera libertà.

Talvolta qualcuna di voi mi scrive che è incuriosita, probabilmente come lo ero io 20 anni fa, ma allo stesso tempo impaurita da ciò che potrebbe emergere viaggiando in uno o più dei percorsi che propongo e io lo capisco… lo capisco fin troppo bene. Se ci ho messo 20 anni ad arrivare qui è perché ho avuto un alleata invisibile che mi ha portata a calmierare ogni passo: la paura. Ora qualcuno di voi starà pensando: “e come l’hai vinta?” non l’ho vinta, perché non l’ho combattuta, l’ho abbracciata e CON LEI ho proseguito il mio cammino.

La paura, se la guardi in faccia, può smettere di essere una nemica che distorce la realtà, se pian piano la accetti e la prendi per mano continuando a camminare, la paura può diventare un invito alla prudenza, a controllare le fonti, a non fidarti di chiunque, a non tuffarti nell’inconscio, ma a sbirciare e accontentarti di quel poco che vedi, poco poco per volta.

Spesso il problema di chi desidera affrontare un percorso di crescita, ma resta li sulla soglia a guardare non è la paura, ma l’autosabotaggio, anche questo lo conosco di persona fin troppo bene. L’autosabotaggio agisce in modo subdolo a differenza della paura che ti blocca spesso in maniera più diretta, l’autosabotaggio ti da delle motivazioni valide, spesso molto logiche e sensate, a volte addirittura si traveste da saggio. E talvolta autosabotaggio e paura sono influenzai e indotti dalle maschere o da energie ancestrali che come catene ti bloccano dentro una serie limitata di personaggi o panorami.

 

e allora come si fa? se ho paura, meglio vedere o non vedere?

E se la risposta non fosse vedere o non vedere, ma accrescere la forza interiore? come? ad esempio:

  • Ci si ferma e ci si ascolta in profondità: al di la della logica, al di la delle emozioni, al di la della spinta all’azione. E li sotto tutte le maschere c’è una piccola vocina, una vocina che ha lo stesso tono di voce da quando ne abbiamo ricordo che può darci un indizio verso la nostra libertà.
  • Si usa la tecnica del mio gatto, ci si avvicina facendo minuscoli passi felpati. Per questo ho studiato un percorso che pensando alla me di 15/20 anni fa, quando desideravo fare un passo avanti ma il timore mi bloccava. Si tratta di un percorso soft, per fare un piccolo passo felpato e per sviluppare un po’ di forza interiore. Un percorso pensato per tutte quelle persone che mi scrivono messaggi tipo: “mi piacerebbe iniziare un percorso, ma ho paura di ciò che può emergere”. Se questa frase e sensazione ti risuona, sappi che non sei sbagliata, semplicemente se il tuo desiderio è quello di affrontare un percorso in profondità, ma hai paura oppure si è attivata qualche parte autosabotante, ti accompagno con delicatezza e nel rispetto dei tuoi tempi, aiutandoti a riconoscere e trasformare questi meccanismi in forza e coraggio, per sostenere il processo di visione e integrazione. Questo percorso si chiama dal timore alla forza interiore

 

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